Canali Minisiti ECM

Iss, polmoniti da Mycoplasma comuni fino ai 6 anni di età

Infettivologia Redazione DottNet | 03/12/2023 15:40

"Fortunatamente il Mycoplasma pneumoniae è sensibile a diversi antibiotici e quindi l'infezione può essere curata tramite l'applicazione di protocolli medici ben conosciuti e verificati"

Causa a livello globale tra il 10% ed il 20% di tutte le polmoniti il batterio Mycoplasma Pneumoniae, sospettato di essere una delle cause di un aumento dei ricoveri di bambini per polmonite, nelle ultime settimane, in Cina e in alcuni Paesi europei come Francia, Olanda e Danimarca. Lo afferma l'Istituto Superiore di Sanità (Iss), in un aggiornamento del primo piano del suo sito con una faq sulle infezioni dovute a questo batterio. "Fortunatamente - sottolinea l'Iss - il Mycoplasma pneumoniae è sensibile a diversi antibiotici e quindi l'infezione può essere curata tramite l'applicazione di protocolli medici ben conosciuti e verificati".   "Questo patogeno - si legge sul sito dell'Iss - è ben conosciuto da anni, e l'infezione da Mycoplasma è piuttosto comune, soprattutto fino ai sei anni di età. Periodicamente si registrano epidemie. Per questo, ora che è aumentata l'attenzione per questo batterio si cominciano a segnalare casi anche nel nostro Paese dove, è bene ribadirlo, il Mycoplasma è sempre circolato in comunità.

pubblicità

La sua identificazione tempestiva mostra come la rete di sorveglianza sia in grado di registrarne la presenza e, di conseguenza, anche un eventuale aumento nel numero di casi nel tempo".     Il batterio, precisa l'Iss, colonizza il tratto respiratorio, causando infezioni che vanno da sintomi lievi come raffreddori o faringiti fino a forme più severe come la polmonite. In particolare, questo microrganismo è comunemente noto come agente eziologico per la polmonite atipica, in grado di manifestarsi in soggetti in età prescolare, giovani adulti e in soggetti con complicanze o alterazioni immunologiche".    "La polmonite da Mycoplasma in alcuni casi, nelle situazioni più gravi, può richiedere il ricovero ospedaliero. Nel paziente, spesso, il batterio può essere presente contemporaneamente con altri patogeni, come ad esempio i virus respiratori. Questa co-infezione sostenuta da più patogeni, può esacerbare la sintomatologia e richiedere un ricovero ospedaliero.

Commenti

I Correlati

Nella revisione di oltre 100 lavori in materia le "prove che confutano posizioni ideologiche e palesemente errate" sulle mascherine: "Efficaci nel ridurre la trasmissione delle malattie respiratorie"

Il data sharing framework ha il potenziale per rivoluzionare l'assistenza sanitaria in Europa, che rischia però di rimanere inespresso in assenza di finanziamenti adeguati

Secondo un’indagine condotta da Fondazione Onda ETS, in collaborazione con Elma Research, solamente il 17 per cento si ritiene soddisfatta del livello di inclusività raggiunto in questo campo

Per la prima volta viene proposto il meccanismo secondo il quale questo fenomeno, definito “mimetismo molecolare”, avrebbe un ruolo nei tumori

Ti potrebbero interessare

Nella revisione di oltre 100 lavori in materia le "prove che confutano posizioni ideologiche e palesemente errate" sulle mascherine: "Efficaci nel ridurre la trasmissione delle malattie respiratorie"

Long Covid, Iss: rischio ricovero raddoppia, 4.700 i morti stimati. La sindrome post virus triplica anche la domanda di prestazioni diagnostiche

Appena il 13% delle persone più a rischio si è vaccinato. Roberta Siliquini e Massimo Andreoni lanciano un appello alle istituzioni

Ciccozzi: "Essendo successiva alla precedente JN.1 non diventerà mai più virulenta per un principio di adattamento. Quindi non elude i vaccini"

Ultime News

Nella revisione di oltre 100 lavori in materia le "prove che confutano posizioni ideologiche e palesemente errate" sulle mascherine: "Efficaci nel ridurre la trasmissione delle malattie respiratorie"

L'evento richiamerà a Torino, nelle aule dell’Accademia di Medicina in via Po 18, oltre cento congressisti

Gli studi clinici hanno mostrato risultati positivi nella risposta endoscopica, nel raggiungimento della remissione clinica e nella guarigione della mucosa intestinale1

Spanevello: “E’ una malattia cronica e i casi in aumento, ma c’è la tendenza a gestirla solo in fase acuta. Non va sottovalutata, serve follow-up sistematico e maggior aderenza alle cure”